Cannonau di Sardegna

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la Sardegna è una regione splendida, la seconda isola del Mediterraneo, una bella porzione di terra  attorniata da uno dei mari più belli che si possano solo immaginare, chilometri e chilometri  di coste per tutti i gusti, colline e montagne, boschi e pianure e una enogastronomia che offre di tutto. Ogni angolo della Sardegna ha dietro di sé parti importanti di storia, partendo dalla preistoria e dai Nuraghi, passando per i Fenici, i Genovesi, gli Aragonesi  sino ai giorni nostri

Quando il globo terracqueo era sede di grandi sconvolgimenti la Sardegna e la Corsica erano parte di un unica catena montuosa più antica delle alpi e degli appennini.1

La Sardegna quindi si presenta con l l'85% del territorio a sviluppo collinare, montano o ad altopiano composto per lo più da granito e rivestito di boscaglia, macchia mediterranea e pascoli. Specialmente negli ultimi anni i produttori sardi hanno saputo sfruttare le grandi potenzialità di colture vitivinicole della regione producendo vini eccellenti. Tra questi una menzione particolare va al Cannonau, che gli scienziati hanno scoperto essere tra i più antichi vitigni italiani ribaltando la teoria per la quale gli spagnoli avrebbero esportato il loro vitigno Garnacha in Sardegna. Al contrario gli Spagnoli iniziano a coltivare questo vitigno dopo averlo conosciuto in Sardegna come dimostrato nel corso di recenti scavi archeologici nel medio Campidano, nel sito nuragico di Duos Nuraghes a Borore, dove sono stati ritrovati vinaccioli di Cannonau che risalgono al 1200 a.C….solo 3200 anni fa. In quel periodo gli antichi abitanti dell'isola, che navigavano in tutto il Mediterraneo, avrebbero contribuito a diffondere il Cannonau in Spagna, in particolare a Siviglia dove è chiamato Canonazo ed in Aragona dove prende il nome Garnacha, ed infine in Francia dove, è noto come Grenache.  3 

Il Cannonau come lo conosciamo oggi è il frutto di affinamenti che ne hanno fatto un vino rosso asciutto,corposo e di notevole potenza, vinificato seguendo le regole del disciplinare della D.O.C. che stabilisce l'utilizzo di vitigni aventi per l’85% uva Cannonau DOC e solo per il 15% uva locale. Il suo invecchiamento minimo, inoltre, deve essere, di almeno un anno, di cui sei mesi in botti di rovere, per dare luogo ad un vino adatto ad accompagnare selvaggina (cinghiale)  e arrosti, ma anche un buon formaggio stagionato di cui la Sardegna è ricca.10

Nelle migliori interpretazioni questo vino esprime profumi fruttati di mirtilli o mora persistendo a lungo nel cavo orale grazie anche a i suoi preziosi tannini. C'è da dire che il Cannonau di qualche decennio orsono era prevalentemente dolce ispirandosi in qualche maniera allo spagnolo Porto e, d'altra parte, il dominio degli aragonesi aveva lasciato un impronta importante anche nei gusti dei sardi.5

Oltre al rosso e al rosato altre varietà di Cannonau DOC possono essere il Passito e il Liquoroso che implicano diversi metodi di trasformazione che vedono la lavorazione delle uve parzialmente passite, che conferiscono maggiore dolcezza, un colore più carico e un grado alcoolico più alto. Inoltre in base alla zona di produzione si riconoscono diverse peculiarità e diverso pregio e ,dunque, il vino Cannonau di Sardegna di Capo Ferrato, prodotto nella provincia di Cagliari, il Nepente di Oliena, ottenuto da uve coltivate ad Oliena, Orgosolo e in parte della provincia di Nuoro e, infine, il celebre Cannonau di  Jerzu, che proviene dalla zona dell’Ogliastra e, in particolare da Jerzu, chiamata giustamente la “Città del vino”. Proprio al Cannonau di Jerzu e quello prodotto nella provincia di Nuoro, è stata attribuita la definizione di “Classico” con cui viene dichiarata una maggiore pregevolezza data da una percentuale di uva Cannonau non inferiore al 90%.7

Già nel '61 il grande Veronelli metteva in guardia sui rischi d'omologazione del Cannonau ponendo in risalto le differenze anche notevoli tra i vari Cannonau: abbiamo un Ogliastra Rosso (in gran parte Cannonau, poi vitigni come il Monica, il Girò, il Moscatello etc.), il Cannonau di Ierzu (che, precisa, è Cannonau in purezza), il Cannonau di Oliena col Nepente (Cannonau e Monica), l’Anghelu Ruju di Alghero, e persino il Cannonau di Sassari, ognuno simile ma con le sue peculiarità come sempre accade nei vini dove dal terreno al grado d'insolazione, ai mille parametri che caratterizzano una buona bottiglia le differenze possono essere rilevanti.13

Due parole sul Nepente: D'Annunzio attribui' la parola Nepente  degli antichi greci, che vuol dire simile all'oppio, al Cannonau di Oliena, da notare che il Vate era però astemio e aveva tratto queste sue deduzioni semplicemente guardando gli effetti del Cannonau sull'amico Trilussa…. 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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