Category Archives: Non tutti sanno che..

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La mozzarella è, come la pasta, un simbolo dell'Italia e alla stessa stregua molto imitata e spesso in maniera del tutto inadeguata se non fraudolenta. E’ di questi giorni la notizia apparsa su più media per la quale una mozzarella su quattro in Italia non è fatta con latte fresco…….

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Sicilia:Santa Lucia e la Cuccia

UN PO’ DI STORIA   13 DICEMBRE SANTA LUCIA

A Palermo, in questo giorno in cui si celebra la festa di Santa Lucia la Vergine Siracusana patrona della città di Siracusa. Si ricorda un “vetustu” avvenimento, che la Santa implorata dai palermitani esaudì facendo arrivare nel porto un bastimento carico di grano.

Sgrisoli

Gli Sgrisoli

girotondoQuando, un pò di tempo fa, non esistevano le playstation si giocava con ciò che trovavi anche in natura. Nelle passeggiate in quegli spazi verdi che Roma offriva quand’ero bambino c’era un erba che in primavera faceva dei fiorellini che, isolando la parte a sacchetto e battendoli sul palmo della mano, producevano un piccolo schioppo. Era un divertimento forse ridicolo oggi, ma parte dei divertimenti dei bambini di allora.

Torino:Il Vermouth

Il VermouthO0000203

Per risalire alle origini di questo liquore, bisogna tornare all'epoca romana e al vino di assenzio: i romani infatti amavano bere una miscela di vino, assenzio, incenso, nardo e mirra, che potrebbe vagamente assomigliare al piemontesissimo vermouth.

La polenta

Quando arriva il freddo arriva la polenta, un piatto tradizionale della cucina italiana. La polenta si presta a molte interpretazioni, se la si accompagna con sughi di carne, di verdure o di funghi,formaggi, legumi,salumi diviene un piatto unico gustoso, da proporre a tavola sempre in modo diverso e appetitoso.

Nel passato ha costituito l'alimento di base della cucina povera dell'italia settentrionale ma anche in Toscana e nelle zone montane di Lazio, Molise, Abruzzo e Marche. Nel passato la polenta era più scura di quella gialla a cui siamo abituati perchè si usavano farro o segale o anche il grano saraceno. Il termine polenta deriva dal latino Puls una specie di polenta di farro (in latino far da cui deriva "farina") che costituiva la base della dieta delle antiche popolazioni italiche.

Con la scoperta dell’America arriva il mais anche in Italia la cui coltivazione si diffuse soprattutto nelle regioni del Nord Italia quale nuovo grano esotico (per questo chiamato turco). Con la farina di mais, la polenta si trasforma in una pietanza gialla dorata, consumata particolarmente dai meno abbienti: il mais costava poco e la polenta riempiva la pancia di tante famiglie ma, essendo un alimento ricco di carboidrati e povero di proteine peraltro di ridotto valore nutritivo, saziava ma non nutriva un granchè.

Pezzo unico

Alle volte essere febbricitante e raffreddato ti procura occasioni che per abitudine non ti si sarebbero mai presentate e cosi mi è capitato di vedere il programma RAI2 Italia in una delle sue puntate più interessanti. Uno degli argomenti del giorno è stato gli antichi mestieri con una panoramica sull'artigianato italiano. L'inizio è stato veramente desolante visto che i dati presentati parlano di 16550 imprese artigiane che hanno chiuso i battenti e 208000 giovani italiani che hanno abbandonato la nostra nazione, ma a equilibrare questi dati, il Segr.Generale della Confartigianato, Dott. Cesare Fumagalli, ha parlato di un fatturato dell'esportazione di 127 miliardi. Ah, però, mica bruscolini…Giustificava queste cifre con la richiesta estera e interna del bello, del pezzo unico, del non omologato e dove comprarlo se non in Italia? Purtroppo la politica non aiuta gli artigiani nella formazione ne nella tassazione (auspicava di avere lo stesso trattamento dei colossi del Web), ciononostante in Lombardia recentemente sono sorte 288 nuove imprese di giovani, specialmente nell'agricoltura.

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AGLIO TRA PIACERE E SALUTE

L’ aglio e’ una di quelle spezie che non puo’ mancare come ingrediente nella cucina mediterranea.

 Dal sapore forte e deciso, accompagna in particolare la gustosa cucina di tutt’ Italia, dove trova applicazioni, grazie alla sua versatilita’, sia come ingrediente che come condimento.

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Parliamo della storia della pasta alla carbonara

L'amico Stefano Ginobbi ha voluto dare un suo interessante contributo a seguito di una piccola disputa tra amici sulla carbonara e sono lieto di proporlo.11

 

Parliamo della storia della pasta alla carbonara. Consultando l'Artusi non se ne trova traccia, il che significa che è un piatto nato nel 1900. Controlliamo allora "Il talismano della felicità" di Ada Boni, la cui stampa risale al 1927/1933 e scopriamo che tra le 3.000 ricette la Carbonare brilla per la sua assenza. A Napoli esiste un antico piatto chiamato "Cas'e ova" (formaggio e uova) che era fatto con lo strutto, formaggio grattugiato (tipicamente pecorino), uova, prezzemolo, aglio e pepe, salsa con cui si condivano i Tubettoni.

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passata di pomodori casalinga

I vecchi di casa erano sempre i primi ad alzarsi la mattina all'albeggiare anche se s'erano attardati la sera prima a preparare bottiglie e boccacci, il caldaro con il necessario per fare il fuoco e lo spremipomodori. 1 (2)Si ultimavano i preparativi e si organizzavano le merende che contraddistinguevano questi eventi sociali della vita contadina. Il capo indiscusso era la nonna o la vecchia mamma, ma tutti gli anziani dettavano le regole, specialmente ai piccini, e questa era la via per portarsi in inverno un pò di sapori dell'estate. Le bottiglie di passata poi erano il ricordo di casa per chi era emigrato a nord o all'estero e se lo portava appresso per ricreare un pò di casa propria attraverso una pastasciutta, cibo per il corpo e per il cuore. 

Umidiera

Salse base(seconda parte)

Salsa di pomodoro

Potremmo mai pensare alla cucina italiana senza pomodoro? Che ne sarebbe della pizza o della pasta? E di Gianburrasca che cantava: viva la pappa col pomodoro? Certo Cristoforo Colombo mai avrebbe pensato alla rivoluzione che avrebbe  portato negli usi alimentari del vecchio continente e italiani in particolare.

Le prime ricette in cui si trovano i pomodori sono nel "cuoco galante" di Vincenzo Corrado del 1778  per passare l'anno dopo a Antonio Nebbia che li cita finalmente come compagni della pastasciutta. Il duca Ippolito duca di Buonvicino, appartenente dall'antica famiglia nobile che discendeva direttamente da Guido Cavalcanti, amico di Dante e poeta del dolce stilnovo, pubblicò nel 1837 il libro  “Cucina teorico pratica" in cui dava una ragguardevole rappresentazione  della cucina napoletana dell’Ottocento. Il Duca suddivise la sua opera in due parti, di cui la prima era  redatta in lingua italiana, per nobili e ricchi borghesi, mentre la seconda fu scritta in dialetto napoletano, per la plebe e la bassa borghesia che usavano il dialetto quale linguaggio quotidiano, e in questa parte presenta la ricetta dei vermicelli al pomodoro:3