Category Archives: parliamo di vino

Puglia: il rosato salentino
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La Verdeca
Iniziamo contestualizzando il dove, una regione, la Puglia, dove il sole estivo abbacina splendendo in un cielo vasto e in campagne senza limiti dove l'occhio si perde, lontane dai frastuoni delle città e dalla frenesia dell'uomo tecnologico ma vicine al mare i cui venti portano echi lontani e brezze saline, e in tutto questo dei chicchi d'uva d'un verde splendente: la Verdeca. Questa è la Verdeca, un vitigno bianco la cui origine è totalmente sconosciuta, e probabilmente, come molte varietà meridionali, la sua provenienza dovrebbe essere greca, ai tempi della colonizzazione che vide questo popolo fondare la Magna Grecia italiana.

Marche: valle dell’Esino
La Valle dell’ Esino si estende tra Monte San Vicino a est ela catena dei Monti sibillini verso sud ovest. Comprende un area ricca di testimonianze d’un passato medioevale, di opere d’arte, di luoghi di culto come eremi e abbazie e un presente di paesaggi meravigliosi, con ampie zone di vegetazione spontanea protetta, grandi pascoli e tante bellissime vigne. Ma è anche una zona in cui sono concentrate una quantità di specialità enogastronomiche…

Piemonte: Vino e vigne del Piemonte
Vino e vigne del Piemonte
La coltivazione della vite in area piemontese e di conseguenza anche la sua lenta diffusione lungo i dossi soleggiati del sistema collinare torinese è una pratica documentata sin da tempi remoti che affonda le proprie radici nelle testimonianze letterarie offerte degli autori latini.

Puglia, Salento, Susumaniello
Il vitigno Susumaniello è tipico della Puglia e viene coltivato solo in questa regione portando con se il sole della sua terra, in un acino scuro, violaceo, dalla pelle spessa ma dalla polpa succosa. Il suo nome è evocativo ,e non a caso, del somarello indicando l’elevata produttività della pianta carica di grappoli “come un somaro” proprio a indicare l'elevata produttività del vitigno ma qualcuno pensa che sia a ricordo di quei poveri ciucci che stracarichi lo portavano dalle vigne alle cantine.
Il limite di una vigna di Sussumaniello è che riesce a tirare fuori tutta la sua carica solo dopo una decina d'anni dal suo impianto per dare meno uva in quantità ma uve tanto cariche di quegli elementi che servono a produrre un vino importante, strutturato e aromaticamente ricco. E qui torna il somarello perchè anche il viticultore deve essere testardo come un ciuccio per voler portare avanti una vigna che da i suoi risultati cosi tardi. E infatti va fatto merito a quei caparbi produttori che hanno creduto a costruire un vino da un vitigno che , storicamente, è stato sempre associato al cosiddetto “taglio” in uvaggio ad altre uve, per la sua capacità di rendere interessanti altri vini, una iniezione di forza per vini esili e con meno colore e carattere.

Sicilia, Catarratto
Esistono vini più noti e vini, pur di grandissimo pregio, che non hanno la stessa notorietà e fascino. Il Catarratto appartiene a questa categoria, sarà per un nome che suona strano, per qualche ragione modaiola, però chi lo assaggia una volta…..
La zona di Trapani, Marsala e Erice è certamente una delle aree d’eccellenza per i vini siciliani. In questa zona della Sicilia le origini della viticoltura risalgono a tempi antichissimi, sappiamo che la zona di Mozia fu colonizzata fin dall’VIII/VII secolo a.C dai Fenici, che solcavano il mar Mediterraneo per i loro fini commerciali.
In questo splendido territorio che si affacia sul mare e sull’arcipelago delle isole Egadi, il clima è caldo, secco, mitigato dalle brezze marine e spesso caratterizzato da forti venti. Le posizioni dei terreni e le condizioni pedoclimatiche sono ideali per la produzione di uve dal profilo aromatico intenso. I suoli sono prevalentemente composti di sabbie, calcare e rocce tufacee, terre povere ma estremamente vocate per una viticoltura di qualità.

Cannonau di Sardegna
la Sardegna è una regione splendida, la seconda isola del Mediterraneo, una bella porzione di terra attorniata da uno dei mari più belli che si possano solo immaginare, chilometri e chilometri di coste per tutti i gusti, colline e montagne, boschi e pianure e una enogastronomia che offre di tutto. Ogni angolo della Sardegna ha dietro di sé parti importanti di storia, partendo dalla preistoria e dai Nuraghi, passando per i Fenici, i Genovesi, gli Aragonesi sino ai giorni nostri.
Quando il globo terracqueo era sede di grandi sconvolgimenti la Sardegna e la Corsica erano parte di un unica catena montuosa più antica delle alpi e degli appennini.

Il nocino
"Unguento unguento, mandame alla noce di Benvento
supra acqua et supra vento et supre ad omne maltempo…".
Molte Streghe (donne accusate di stregoneria) avrebbero riferito durante i processi queste parole magiche da formulare sotto un albero di noce la notte di San Giovanni.
Fin dall'antichità si attribuiscono all'albero di noce proprietà benefiche ma anche letali. Plinio, nella sua Naturalis historia, raccomanda di non sdraiarsi all'ombra dell'albero perché potrebbe comportare conseguenze mortali, attribuendo all'albero proprietà magiche e soprannaturali.
In Grecia, l'albero era protetto dalla dea Artemide che era si la dea della natura, ma anche la dea lunare, protettrice dei boschi e che sarebbe stata, secondo il mito, trasformata in un noce da Dioniso. I romani inglobarono per intero la mitologia greca e misero il noce sotto la protezione della dea Diana. Il collegamento con una divinità magica che si favoleggiava agisse nella notte per favorire lo scorrere della linfa vitale nelle piante, infondendo in esse la vita, fece sì che il noce venisse avvolto in questo alone misterioso e mistico. Le janare erano le Dianare, appunto le seguaci di Diana, coloro che celebravano i riti legati alla fertilità ed alla madre terra, in poche parole, erano le streghe. E cosi arriviamo ai rituali contadini che vedono la donna più esperta nella preparazione salire a piedi scalzi sull'albero per raccogliere a mani nude le noci migliori. Con le mani nude perchè non si potevano usare utensili di ferro in quanto si credeva che avrebbero compromesso le proprietà officinali della pianta. Le noci venivano lasciate alla rugiada notturna per l'intera nottata e si mettevano il giorno dopo in infusione. Solo con la notte di Ognissanti, il 31 Ottobre, la preparazione aveva termine.

2018, Anno nazionale del Cibo Italiano
L'Italia è veramente uno strano paese: nasciamo in una nazione in cui è concentrata la più alta quantità di storia e arte e spesso non ne conosciamo che una minima parte; abbiamo la maggiore varietà enogastronomica del mondo e i nostri giovani si ubriacano di birra e cercano il Junk food che ti fa diventare obeso oltre che ottuso nel gusto. Ma in alternativa a questa disgraziata tendenza sempre maggiore è il numero di coloro che realizzano che il cibo è cultura e, diciamocelo francamente, anche un grande business che nel nostro nichilismo congenito stavamo lasciandoci scippare da imprenditori d'assalto con i loro prodotti "Italian sounding".

festa dell’uva
Nelle più antiche tradizioni della vita contadina la fine di un periodo di lavoro intenso nei campi o nelle aie dava luogo a festeggiamenti che celebravano il termine delle fatiche e la momentanea prosperità. In quest’ottica si inquadrano le tantissime feste dedicate all’uva e i vini che in questo periodo si tengono nelle regioni italiane.