Prato

Quando pensiamo alla Toscana,indiscutibilmente la nostra mente va alle mete più blasonate e, dunque, se ti capita di andare a Prato ti aspetti di trovarti nel distretto del tessile tra tante persone More »

Polpo marinato grigliato su duchesse di patate allo zafferano

  Polipo marinato grigliato su duchesse di patate allo zafferano (dosi per 8-10 persone) L'amico Marcello, romano trasferito a Torino, mi ha mandato questa ricetta da consumare in buona compagnia, visto che ha More »

Maggio

Maggio, il mese della Madonna per i cristiani, è il secondo mese della stagione primaverile che entra in questo periodo nella sua fase di massima espressione: le giornate si allungano e il clima è More »

risotto con gli asparagi

Gli asparagi sono un delizioso ortaggio, scrigno di nutrienti benefici e con effetti, dicono, afrodisiaci che arriva sulle nostre tavole all'inizio della primavera. In Italia abbiamo una grossa tradizione nella coltura dell'asparago che ha More »

Umbria,Marche: Torta al formaggio, Crescia di Pasqua

Quando ero bambino, purtroppo tanti anni fa, trascorravamo alle volte il periodo pasquale a Senigallia nella casa di campagna di un caro amico di famiglia, e lì scoprii la Crescia. Ma ancora oggi More »

Le preparazioni tipiche della Santa Pasqua (terza parte)

'pizza chiena' Non è il Tortano nè il Casatiello, è la pizza piena, in dialetto 'pizza chiena', che richiama la tradizione pasquale contadina del sud Italia. Come si può immaginare dal nome, si tratta di una torta More »

 
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l’antica storia del miele (prima parte)

Il miele ha una storia antichissima.
E’ documentata la presenza di piante che producono nettare e polline fin da 150-100 milioni di anni or sono. Le prime api compaiono da 50 a 25 milioni di anni fa, insieme ai primi esemplari di primati. Le api sociali, cioè le api vere e proprie che funzionano come organismo collettivo,  avrebbero un’età che va da 20 a 10 milioni di anni or sono.
Un milione di anni fa compare l’uomo.

Le prime tracce che testimoniano l’uso del miele da parte dell’uomo, il quale probabilmente se ne cibava fin dalle origini, sono databili a circa 10 mila anni fa, come questa pittura rupestre scoperta nei pressi di Valencia, in Spagna: sembra mostrare un uomo che si arrampica sulla cima di un albero, o di una rupe. E’circondato da api in volo, dotato di una borsa o una cesta per riporre i favi sottratti alle api, con una nuvoletta di fumo per ammansirle.  8Questa tecnologia primordiale è la stessa usata ancor oggi dai “cacciatori di miele” in India, che si arrampicano con scale di corda  su rupi alte anche 100 metri.

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torta col cuore di limone

limoni1Quando capita di avere a disposizione dei limoni che non hanno subito trattamenti , sopratutto se non se ne dispone spesso, il cervello si mette subito in moto per trovare l'impiego migliore. Questo dolce è una soluzione: non è particolarmente difficile e , per quanto vedo, risulta molto gradito.

Pancotto cime di rapa piatto

Puglia e Lucania: pancotto e cime di rapa

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Qualche tempo fa ero ospite da amici. Mentre chiacchieravamo nella loro cucina, alla mia amica cadde un pezzetto di pane. Lei lo raccolse, lo accostò alla bocca accennando un bacio, si fece il segno della croce e lo mangiò. Maria viene da una famiglia di dieci figli e ha il sacro rispetto di quello che era la base della sua alimentazione, di ciò che in chiesa rappresenta il corpo di nostro Signore, del frutto di tanto lavoro. Insomma, Maria viene dalla cultura del non si getta nulla, specialmente il pane. 

sacchetto paneMia moglie ha cucito una sacchettina di cotone dove riponiamo tutto il pane che avanza. Con questo facciamo crostini per le minestre, il pangrattato e poi abbiamo Caio che ogni mattina reclama il suo tocco di pane duro per rifarsi i denti. Chi è Caio? E' il mio cagnolino: 54Kg di bontà… 

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Lucania,Matera:pane di Matera

Pane di Matera

il Pane di Matera IGP ha un gusto assai particolare che difficilmente si dimentica. Sia la forma  che il gusto  di questo prodotto tradizionale lucano sono l’eredità  di  una  cultura antichissima e di una tradizione mantenuta viva e produttiva da giovani imprenditori del settore che hanno costituito un consorzio di tutela di questo prodotto.DSC_0114 Il processo di produzione, portato avanti secondo le antiche consuetudini, prevede l’uso di lievito madre e di semole che contengono grano duro locale delle vecchie varietà quali la Senatore Cappelli, il Duro Lucano, l’Appulo o il Capeiti. pane materaViene solitamente cotto in forni a legna in pagnotte di1-2 kg anche se anticamente si facevano pezzature anche di 5-6kg. Nella pezzatura da 1kg si mantiene una settimana, tempo che cresce con l’aumentare del peso.

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Lazio;Anzio: mezzi rigatoni cò carciofoli e gobbetti

Francamente sono sempre lusingato quando tra gli amici di Italiano e genuino qualcuno che ha fatto suo lo spirito del blog prende l'iniziativa.a Ed è questo il caso degli amici Rita e Attilio di Anzio che mi hanno fornito degli ottimi spunti "mangerecci" tradizionali di questa bellissima cittadina di mare della costa laziale. Oggi vi presentiamo un piatto semplice, di ottimo effetto scenico e veramente stuzzicante e gustoso: i mezzi rigatoni cò carciofoli e gobbetti. Cosa siano i carciofoli non ve lo devo certo spiegare, mentre per i gobbetti una "traduzione" si impone, nel vernacolo portodanzese sono i gamberetti rosa o bianchi. Vediamo come preparare questo piatto…..

Lambrusco: vino allegro e frizzante

« Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il Lambrusco per annaffiare la carne dell'animale caro ad Antonio Abate? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la sapienza... »

(Giosuè Carducci, tratto dalla corrispondenza intrattenuta con la contessa Ersilia Lovatelli)

Parlando di Lambrusco vengono in mente allegre e chiassose tavolate di amici che, davanti a prosciutti, salami e culatelli, scherzano tra loro in dialetto emiliano/romagnolo e non ci sono dubbi che questo vino sia certamente il ritratto dell'Emilia: conviviale, frizzante e allegro.

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Pecorino

C'era  una volta …..il Pecorino e non vi vogliamo parlare del conosciutissimo formaggio ma di un vino che solo la caparbietà di alcuni personaggi innamorati del vino e delle loro terre ha salvato dall'estinzione e portato a essere considerato uno dei grandi vini bianchi italiani. Plinio il vecchio parla dei vini del Piceno come di prodotto di eccellenza che veniva portato e apprezzato sino nelle lontane Gallie.Sorbi_-_La_festa_della_vendemmia Non sappiamo a quale vino marchigiano si riferisse ne certamente la tipologia di coltivazione e di vinificazione. Saltando alcuni secoli, le fonti successive ci riportano all'ottocento quando prevaleva nelle Marche l'arativo vitato, dei terreni lavorati favorendo le colture orticole con piccole vigne, vale a dire degli appezzamenti tipicamente con degli olmi che li delimitavano e le viti che correvano tra essi. Questa particolare architettura degli appezzamenti era tipica dell'agricoltura di sussistenza che si praticava e in cui gli olmi avevano il compito di ospitare la fauna selvatica, essere usati per far ceste e con le loro foglie contribuire ai pasti dei bovini. A questa regola generale facevano eccezione solo delle vigne specializzate nella zona di Arquata del Tronto, un  piccolo borgo montano posto alle pendici del Monte Vettore che conservava questo vitigno miracolosamente sopravvissuto alla filossera, quella specie di "peste delle vigne" che veniva dal nord america e  distrusse gran parte dei vigneti europei ma non "lu Pecuri' " come viene chiamato in dialetto, che quindi ha mantenuto intatta la sua identità nei secoli.

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Lucania: i peperoni Cruschi

peperoni cruschi 2

 I peperoni  Cruschi sono un prodotto tipico lucano che ha ottenuto in particolare per il peperone crusco di Senise la IGT. Sono detti cruschi per ricordare la particolarità che hanno, una volta fritti, di diventare croccanti .

Nascono dall’esigenza di conservare i peperoni per l’inverno quando sarebbero stati utilizzati in varie preparazioni. Si utilizzano peperoni lunghi e dalla polpa sottile, che, ancora freschi, vengono riuniti in collane  con  un filo di cotone che li unisce dal picciolo, e  poi fatti essiccare al sole .

Quando li si vuole cuocere, vengono appena scottati nell’olio bollente visto il loro ridotto spessore, dando luogo, una volta raffreddati, a un gustoso spuntino croccante come delle patatine, senza essere eccessivamente piccanti.DSC_0125  Posti dentro un vasetto di vetro già fritti si possono conservare per alcuni mesi e l'olio di cottura dei peperoni fritti può essere utilizzato come gustoso intingolo anche  per condire la pasta.

Il panettone e i dolci di San Biagio

Oggi 3 Febbraio San Biagio il santo che secondo la tradizione popolare milanese ‘benedis la gola e él nas‘, insomma "benedice la gola e il naso". San Biagio di Sebaste pare fosse un medico armeno, vissuto nel III secolo d.C. Si narra che  quando una madre disperata gli portò il figlio morente per una grossa spina di pesce conficcata in gola,  gli diede una grossa mollica di pane che, scendendo dalla gola, rimosse la spina salvando miracolosamente il ragazzo.  Naturalmente questo fatto, dopo che il povero Biagio ebbe subito il martirio, venne considerato un miracolo e Biagio venne fatto santo e dichiarato protettore della gola. Per completezza di informazione quello della lisca non fu l'unico miracolo riconosciuto attribuito al santo  e visto che venne straziato con pettini per cardare la lana prima di essere decapitato era considerato protettore dei cardatori, ma anche degli animali e delle attività agricole.

A Milano nelle rare tradizioni contadine che sopravvivono alla modernità c'è l'uso di mangiare il panettone ormai un pò rinsecchito avanzato dal Natale. Questa antica tradizione nasce da un antica leggenda: 

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Pagadebit

Se c'è una cosa che mi intriga dello scrivere su questo blog è quello di raccontare aspetti spesso sconosciuti e stuzzicanti dell'immensa cultura agroalimentare italiana e questo è certamente il caso del Pagadebit, unre vino romagnolo che già dal nome denota la sua personalità. Ma cominciamo dalle origini del vitigno che non sono romagnole ma pugliesi, infatti il Bombino bianco arriva in Romagna ai tempi dei bizantini insieme agli abili scalpellini di Trani chiamati a lavorare i marmi. Veniamo al nome: era usanza che i contadini stipulassero contratti sulla parola, i cosidetti Pagadett, per cui la vendita del vino andava a ripianare i debiti da cui Pagadebit