sulle strade del Cesanese

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Una tradizione antica, con secoli di storia, da sempre gli stessi gesti sapienti e consapevoli, un ambiente naturale rimasto immutato per secoli. Tutto ciò è racchiuso nel "Cesanese di Affile", un vino prezioso, che la tradizione popolare fa risalire ai tempi della Roma Antica, quando i coloni romani, sedotti dall'ottimo clima, si dedicarono ad un'intensa opera di disboscamento per fare spazio a splendidi vigneti, (cesae: luoghi dagli alberi tagliati, da cui il nome del vitigno). Infatti Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia parla, per la prima volta della produzione di vino da uve rosse dal piccolo acino, nelle alte colline a sud di Roma, nelle “Cesae”, radure dove erano stati tagliati gli alberi, per la coltivazione di splendidi vigneti.

 Il vitigno Cesanese ha due tipologie, il Cesanese d’Affile e il Cesanese comune, entrambe  coltivate estensamente nel Lazio, nella zona dei Castelli Romani, nella zona di Olevano e Affile e nella zona di Piglio nel frusinate.

Questo vino, racconta la tradizione, deliziò per secoli il palato di Papi e Imperatori e al quale furono riconosciute qualità medicamentose quando non addirittura magiche. 

La coltivazione avveniva secondo la tradizione greca (come sono di origine greca la maggior parte delle viti Catoggi considerate autoctone del centro-sud italia) delle viti maritate alle conocchie di canne secche di cui ancora ce ne sono rari esempi nella zona classica che va da Olevano Romano al Piglio.

Un prodotto della terra che accompagnò i lenti ritmi del duro lavoro dei campi e che fu oggetto di gelosa cura da parte degli abitanti di Affile che stabilirono negli statuti municipali "pene severissime a chiunque avesse avuto l'ardire di recare danno alle vigne". Questo vino la cui notorietà ha trovato eco lungo i secoli, arrivando a conquistare negli anni trenta del Novecento i templi della cultura enologica, ottenendo riconoscimenti a Roma e Milano, ma anche a Parigi e Bruxelles. Segni tangibili di un legame antico, quasi eterno, testimoniato persino dallo stemma del paese: un tralcio di vite dai grappoli neri con un aspide attorcigliato al tronco.

Il Cesanese d'Affile ha foglia e acini più piccoli e nero-violacei: un’uva non facile da lavorare, sia in vigna che in cantina, ma una volta domati i tannini esuberanti, troviamo un vino con grandi potenzialità, specialmente nella versione Superiore e Riserva. Non a caso nel 1549, Sante Lancerio, famoso bottigliere di Papa Paolo III Farnese che ha parlato nei suoi scritti di tutti i più famosi vini italiani, scrive che il Papa non beveva Cesanese perchè all'epoca( i Farnese erano stati proprietari del feudo di Paliano) era un vino duro e grasso, non elegante, vino da lasciar bere ai contadini…

 I vini che si ottengono dal vitigno Cesanese d'Affile hanno più struttura e maggiore propensione all'invecchiamento rispetto a quelli ottenuti dal Cesanese comune. Al momento il vino ottenuto dal vitigno Cesanese d'Affile può essere considerato come l'unico vero grande rosso da invecchiamento nel Lazio. La sua maturazione avviene in genere in botti di media capienza o anche in barrique, che conferiscono un tono di legno e tostato che si affianca, senza sovrastare la potente struttura del vino, evolvendosi gradevolmente con l'aggiunta di note speziate al classico sentore di frutta rossa matura e al profumo delicato di erbe aromatiche.

La Strada del Vino Cesanese si pone geograficamente fra le province di Roma e Frosinone e comprende due aree di produzione, rispettivamente nei Comuni di Affile e del  Piglio. Promuove i produttori dei vini DOC Cesanese di Affile e Cesanese del Piglio e le risorse del territorio che contribuiscono a valorizzarne il prodotto attraverso una rete di itinerari tematici: “Storia e cultura locale”, “Archeologia, Natura e ambiente”, “Tradizione gastronomica”. E' un territorio di rara bellezza in cui storia e natura convivono in un felice connubio tanto da essere meta privilegiata di molti artisti europei ed in particolare di pittori di nazionalità tedesca, Olevano ospita il “Museo Centro Studi sulla Pittura di Paesaggio Europea del Lazio”.  Sono attivi ancora oggi numerosi scambi culturali con l’estero e in particolare con l’Accademia di Belle Arti di Berlino e l’Accademia Tedesca di Villa Massimo a Roma.

Percorrendo la Strada del Cesanese da nord a sud, il punto di partenza sono i Monti Affilani: Affile è il paese di origine del Cesanese ma una visita la meritano anche le vicine Bellegra e la splendida Subiaco. Attraversando l’altopiano carsico di Arcinazzo si raggiunge Serrone, piccolo borgo in cui la concentrazione di ristoranti e soste del gusto è davvero notevole. Proseguendo, si arriva a Piglio, cuore dell’itinerario e paese da cui deriva il nome della Docg: il paese si sviluppa lungo la cresta di uno sperone roccioso, alle falde del monte Scalambra. Da qui si può brevemente deviare verso Acuto, fino a Paliano, città rinascimentale collegata a Fiuggi da una strada che scende dai monti. Infine Anagni, la “città dei papi”, che vale la visita anche solo per la Cattedrale di Santa Maria Assunta, con un ciclo di straordinari affreschi del XIV secolo custoditi nella sua cripta.

Veramente tanto da vedere e da gustare…

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