Category Archives: itinerari

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Marche: ferragosto corinaldese

CorinaldoFerragosto, occasione di riunioni conviviali con parenti e amici……e se a ferragosto hai un amico di Corinaldo che ti invita a mangiare a casa sua, puoi stare tranquillo che ti proporrà quelle delizie che nelle Marche sono la norma, e insieme  quella carica di voglia di stare assieme in allegria che è caratteristica un pò di tutti gli italiani, ma dei marchigiani in particolare,,,,,

torta addobbi rombo

Emilia Romagna,Bologna:Torta degli addobbi

Oggi vi proponiamo un dolce squisito che ci ha fatto conoscere un amica di Bologna. Ci raccontava che quando era bambina per la festa della processione del Corpus Domini c'era la gara a fare i drappi colorati più belli da esibire alle finestre sul percorso un pò quello che in altre zone d'Italia si fa con le "infiorate"o altre feste del periodo.

 In tale occasione le case dei parrocchiani erano aperte alle visite di vicini e conoscenti e agli ospiti si offriva questa torta. 

sarde alla beccafico

Sicilia:Sarde alla beccafico

sarde alla beccafico 6

Vi parlo di un piatto goloso, economico che può essere usato da antipasto o da secondo piatto e che fa tanto bene alla salute: le sarde alla beccafico. E' uno dei piatti forti della gastronomia siciliana le cui origini sono ovviamente oggetto di disputa tra tante fazioni quanti campanili. Solo sull'origine sono tutti abbastanza concordi: si tratta di una preparazione di umili origini, nata come riproduzione povera di una piatto da tavole aristocratiche: i beccafichi farciti. Questi uccelli erano il bottino delle battute di caccia dei nobili siciliani e venivano cucinati ripieni delle loro stesse interiora. Questa prelibatezza da altolocati gourmet fu  riproposta con ingredienti poveri: le sarde presero il posto dei tordi, mentre la mollica di pane con i pinoli sostituì le interiora degli uccelli…

Ci vuole un pizzico di pazienza per prepararlo ma se avete ospiti potete prepararlo il giorno prima perché sarà ancora più buono e gli ospiti vi ringrazieranno.

Prato

Quando pensiamo alla Toscana,indiscutibilmente la nostra mente va alle mete più blasonate e, dunque, se ti capita di andare a Prato ti aspetti di trovarti nel distretto del tessile tra tante persone con gli occhi a mandorla in un contesto poco attrente e povero di charme. 28Devo dire che non ritenevo proprio che avrei potuto trovare una cittadina intrigante, con un centro storico interessantissimo ricco d'arte e storia,tante belle botteghe. Se vi capitasse di andare a Prato non vi perdete il duomo con il bellissimo pulpito di Michelozzo e le decorazioni di Donatello, gli affreschi di Frate Filippo Lippi, pittore di prim'ordine e padre di Filippino Lippi la cui mamma era una suora che faceva da modella al frate..ma questa è un altra storia che nulla toglie alla bellezza del luogo e dei suoi monumenti.29

Chiunque conosca un pò la cucina toscana sa che la sua caratteristica bontà deriva dalla semplicità delle preparazioni: riciclare gli avanzi e mescolare ingredienti anche poveri sta alla base della cucina tradizionale toscana. La gastronomia di Prato è assolutamente in linea con quella regionale: la regola principale è evitare gli sprechi. I dintorni della città offrono tante materie prime per realizzare piatti gustosi e salutari, primo fra tutti l’olio extravergine delle colline di Carmignano.

pasqua

Umbria,Marche: Torta al formaggio, Crescia di Pasqua

Quando ero bambino, purtroppo tanti anni fa, trascorravamo alle volte il periodo pasquale a Senigallia nella casa di campagna di un caro amico di famiglia, e lì scoprii la Crescia. Ma ancora oggi se vi capitasse di andare in uno di quei bellissimi centri medioevali di Marche o Umbria nel periodo di Pasqua sentireste nei pressi dei forni e delle  case l'aroma intrigante della pizza di formaggio. Non può essere Pasqua se non c'è la pizza al formaggio, detta, appunto, anche Crescia, il cui profumo letteralmente inonda dai tempi dei tempi le cucine e va a stuzzicare l’appetito.

Le preparazioni tipiche della Santa Pasqua (terza parte)

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Non è il Tortano nè il Casatiello, è la pizza piena, in dialetto 'pizza chiena', che richiama la tradizione pasquale contadina del sud Italia. Come si può immaginare dal nome, si tratta di una torta rustica, cotta in forno, che richiede un ripieno ricco e alto almeno 6 o 7 centimetri, a cui fa da contenitore un impasto lievitato, simile a quello della pizza.  La cosa importante è l'altezza: la pizza chiena è alta e l'altezza è all'80% costituita dal ripieno, non dalla pasta di pane che sarà sottile quanto basta per fare da contenitore. In origine era il piatto del giorno di festa della cucina contadina, quando le donne si riunivano per impastarla tutte insieme e si mettevano poi in fila per cuocerla nel forno a legna. Dentro ci finisce tutto o quasi tutto quello che “avanza” anche se in tempi moderni viene preparata prima e dunque non certo con gli “scarti”. 

Le preparazioni tipiche della Santa Pasqua (seconda parte)

Continuando la passeggiata per le regioni d'Italia alla scoperta delle preparazioni tradizionali della Santa Pasqua …..

La Pasimata della Garfagnana.Si tratta di uno dei dolci tradizionali del periodo Pasquale in Garfagnana e Valle del Serchio. La ricetta originale sembra risalire al 1621, quando la Confraternita Del Santissimo Sacramento di Castiglione di Garfagnana ne stabilì la distribuzione a tutti i confratelli.

Le preparazioni tipiche della Santa Pasqua (prima parte)

pasquaLa Pasqua è la festività che celebra, secondo tutte le confessioni cristiane, la resurrezione di Gesù, avvenuta il terzo giorno dalla sua morte in croce; ma se andiamo oltre l'aspetto religioso, la simbologia è quella della speranza che al buio si possa sempre contrapporre la luce, al freddo e alla stasi dell'inverno il risveglio e il tepore della primavera. La presenza in ogni menù pasquale delle uova e dell’agnello è certamente legata  alla tradizione religiosa: dall'antichità e secondo riti ancestrali, le uova sono simbolo di vita e di fecondità, e in genere venivano consumate proprio per celebrare l’arrivo della primavera, come metafora della rinascita di una nuova vita. In seguito i primi Cristiani trasposero questa tradizione associandola alla rinascita di Cristo: l’uovo è diventato così simbolo della Resurrezione. Da allora la Chiesa ha diffuso la tradizione di distribuire tra i fedeli ceste di uova benedette, e l’uovo è diventato parte integrante delle tradizioni cristiane legate alla Pasqua. Da  quelle utilizzate in torte salate o nei dolci a quelle di cioccolato, l’uovo è protagonista assoluto dei più tradizionali menù pasquali tipici italiani, insieme all’agnello, che ricorda appunto sotto il profilo religioso il sacrificio di Cristo, che diventa “agnello di Dio”. 

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Lazio;Anzio: mezzi rigatoni cò carciofoli e gobbetti

Francamente sono sempre lusingato quando tra gli amici di Italiano e genuino qualcuno che ha fatto suo lo spirito del blog prende l'iniziativa.a Ed è questo il caso degli amici Rita e Attilio di Anzio che mi hanno fornito degli ottimi spunti "mangerecci" tradizionali di questa bellissima cittadina di mare della costa laziale. Oggi vi presentiamo un piatto semplice, di ottimo effetto scenico e veramente stuzzicante e gustoso: i mezzi rigatoni cò carciofoli e gobbetti. Cosa siano i carciofoli non ve lo devo certo spiegare, mentre per i gobbetti una "traduzione" si impone, nel vernacolo portodanzese sono i gamberetti rosa o bianchi. Vediamo come preparare questo piatto…..

Lambrusco: vino allegro e frizzante

« Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il Lambrusco per annaffiare la carne dell'animale caro ad Antonio Abate? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la sapienza... »

(Giosuè Carducci, tratto dalla corrispondenza intrattenuta con la contessa Ersilia Lovatelli)

Parlando di Lambrusco vengono in mente allegre e chiassose tavolate di amici che, davanti a prosciutti, salami e culatelli, scherzano tra loro in dialetto emiliano/romagnolo e non ci sono dubbi che questo vino sia certamente il ritratto dell'Emilia: conviviale, frizzante e allegro.