Category Archives: Una gita…

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Puglia, Salento, Susumaniello

Il vitigno Susumaniello è tipico della Puglia e viene coltivato solo in questa regione  portando con se il sole della sua terra, in un acino scuro, violaceo, dalla pelle spessa ma dalla polpa succosa. Il suo nome è evocativo ,e non a caso, del somarello indicando l’elevata produttività della pianta carica di grappoli “come un somaro” proprio a indicare l'elevata produttività del vitigno ma qualcuno pensa che sia a ricordo di quei poveri ciucci che stracarichi lo portavano dalle vigne alle cantine.s

 Il limite di una vigna di Sussumaniello è che riesce a tirare fuori tutta la sua carica solo dopo una decina d'anni dal suo impianto per dare meno uva in quantità ma uve tanto cariche di quegli elementi che servono a produrre un vino importante, strutturato e aromaticamente ricco. E qui torna il somarello perchè anche il viticultore deve essere testardo come un ciuccio per voler portare avanti una vigna che da i suoi risultati cosi tardi. E infatti va fatto merito a quei caparbi produttori che hanno creduto a costruire un vino da un vitigno che , storicamente, è stato sempre associato al cosiddetto “taglio” in uvaggio ad altre uve, per la sua capacità di rendere interessanti altri vini, una iniezione di forza per vini esili e con meno colore e carattere.

lesso salsa pearà

VERONA: la salsa Pearà

La salsa Pearà

L'amico Giordano da Verona ci offre la ricetta di una salsa che, nelle grandi occasioni, accompagna il bollito per comporre il piatto più tipico: il bollito in Pearà.

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Cannonau di Sardegna

la Sardegna è una regione splendida, la seconda isola del Mediterraneo, una bella porzione di terra  attorniata da uno dei mari più belli che si possano solo immaginare, chilometri e chilometri  di coste per tutti i gusti, colline e montagne, boschi e pianure e una enogastronomia che offre di tutto. Ogni angolo della Sardegna ha dietro di sé parti importanti di storia, partendo dalla preistoria e dai Nuraghi, passando per i Fenici, i Genovesi, gli Aragonesi  sino ai giorni nostri

Quando il globo terracqueo era sede di grandi sconvolgimenti la Sardegna e la Corsica erano parte di un unica catena montuosa più antica delle alpi e degli appennini.1

Le preparazioni tipiche della Santa Pasqua (terza parte)

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Non è il Tortano nè il Casatiello, è la pizza piena, in dialetto 'pizza chiena', che richiama la tradizione pasquale contadina del sud Italia. Come si può immaginare dal nome, si tratta di una torta rustica, cotta in forno, che richiede un ripieno ricco e alto almeno 6 o 7 centimetri, a cui fa da contenitore un impasto lievitato, simile a quello della pizza.  La cosa importante è l'altezza: la pizza chiena è alta e l'altezza è all'80% costituita dal ripieno, non dalla pasta di pane che sarà sottile quanto basta per fare da contenitore. In origine era il piatto del giorno di festa della cucina contadina, quando le donne si riunivano per impastarla tutte insieme e si mettevano poi in fila per cuocerla nel forno a legna. Dentro ci finisce tutto o quasi tutto quello che “avanza” anche se in tempi moderni viene preparata prima e dunque non certo con gli “scarti”. 

Le preparazioni tipiche della Santa Pasqua (seconda parte)

Continuando la passeggiata per le regioni d'Italia alla scoperta delle preparazioni tradizionali della Santa Pasqua …..

La Pasimata della Garfagnana.Si tratta di uno dei dolci tradizionali del periodo Pasquale in Garfagnana e Valle del Serchio. La ricetta originale sembra risalire al 1621, quando la Confraternita Del Santissimo Sacramento di Castiglione di Garfagnana ne stabilì la distribuzione a tutti i confratelli.

Le preparazioni tipiche della Santa Pasqua (prima parte)

pasquaLa Pasqua è la festività che celebra, secondo tutte le confessioni cristiane, la resurrezione di Gesù, avvenuta il terzo giorno dalla sua morte in croce; ma se andiamo oltre l'aspetto religioso, la simbologia è quella della speranza che al buio si possa sempre contrapporre la luce, al freddo e alla stasi dell'inverno il risveglio e il tepore della primavera. La presenza in ogni menù pasquale delle uova e dell’agnello è certamente legata  alla tradizione religiosa: dall'antichità e secondo riti ancestrali, le uova sono simbolo di vita e di fecondità, e in genere venivano consumate proprio per celebrare l’arrivo della primavera, come metafora della rinascita di una nuova vita. In seguito i primi Cristiani trasposero questa tradizione associandola alla rinascita di Cristo: l’uovo è diventato così simbolo della Resurrezione. Da allora la Chiesa ha diffuso la tradizione di distribuire tra i fedeli ceste di uova benedette, e l’uovo è diventato parte integrante delle tradizioni cristiane legate alla Pasqua. Da  quelle utilizzate in torte salate o nei dolci a quelle di cioccolato, l’uovo è protagonista assoluto dei più tradizionali menù pasquali tipici italiani, insieme all’agnello, che ricorda appunto sotto il profilo religioso il sacrificio di Cristo, che diventa “agnello di Dio”. 

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Umbria,Marche: Torta al formaggio, Crescia di Pasqua

Quando ero bambino, purtroppo tanti anni fa, trascorravamo alle volte il periodo pasquale a Senigallia nella casa di campagna di un caro amico di famiglia, e lì scoprii la Crescia. Ma ancora oggi se vi capitasse di andare in uno di quei bellissimi centri medioevali di Marche o Umbria nel periodo di Pasqua sentireste nei pressi dei forni e delle  case l'aroma intrigante della pizza di formaggio. Non può essere Pasqua se non c'è la pizza al formaggio, detta, appunto, anche Crescia, il cui profumo letteralmente inonda dai tempi dei tempi le cucine e va a stuzzicare l’appetito.

Sardegna: il Casu Marzu

Si chiama "Casu Marzu" (formaggio marcio) ed è uno dei prodotti tipici della Sardegna, dal latte di quegli ovini che sono abituati a vivere con il pochissimo verde che l'arida campagna sarda offre. Il Casu Marzu è un formaggio cremoso dal gusto deciso, leggermente piccante ma veramente delizioso. Comunemente viene chiamato "Formaggio con i vermi" perchè la sua consistenza cremosa è dovuta principalmente all’insediamento nel formaggio delle larve della mosca casearia (Phiophila casei).

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Salento: le tavole di San Giuseppe

Nel Salento ogni anno, da tempo immemorabile, il 18 ed il 19 marzo si respira, insieme all’aria di primavera, l’atmosfera calda e familiare delle Tavole di San Giuseppe.DSC_3408

Tale festa nasce da una forma originale di devozione verso il santo. Infatti, i devoti preparano la Tavola in onore di San Giuseppe come voto o richiesta di grazia.

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Salento:San Giuseppe

CaEra il 18 Marzo 2018…..Ieri sera, passeggiando per Otranto con mio figlio, ho avuto una bellissima esperienza che voglio condividere con voi. C’era all’ingresso di una abitazione il cartello “Tavola di San Giuseppe”.