Category Archives: Parliamo di cibo

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insalata

Arriva l'estate, il caldo il mare e la prova costume…sarà per questo o per altra ragione ma capita sempre più frequentemente in questo periodo di notare chi si converte abbandonando il classico piatto di pasta im favore dell'insalatona. Ma la domanda è cosa intendiamo per insalata? Perchè un conto sono due foglie di lattuga condite con olio e aceto, ben altra cosa sono quelle preparazioni in cui all'insalata mista vengono aggiunte le mozzarelline, il tonno, le uova sode e chi più ne ha più ne metta. Diciamo, allora, che nel linguaggio comune, per insalata si intende spesso la variante più semplice di questo piatto, ossia l'insalata verde, preparata solamente con verdure crude in foglia come la lattuga, l'Indivia, la Scarola, ma  il vocabolo viene comunemente usato anche per indicare le verdure stesse. Quali sono le varietà più diffuse?

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Lucania,Matera:pane di Matera

Pane di Matera

il Pane di Matera IGP ha un gusto assai particolare che difficilmente si dimentica. Sia la forma  che il gusto  di questo prodotto tradizionale lucano sono l’eredità  di  una  cultura antichissima e di una tradizione mantenuta viva e produttiva da giovani imprenditori del settore che hanno costituito un consorzio di tutela di questo prodotto.DSC_0114 Il processo di produzione, portato avanti secondo le antiche consuetudini, prevede l’uso di lievito madre e di semole che contengono grano duro locale delle vecchie varietà quali la Senatore Cappelli, il Duro Lucano, l’Appulo o il Capeiti. pane materaViene solitamente cotto in forni a legna in pagnotte di1-2 kg anche se anticamente si facevano pezzature anche di 5-6kg. Nella pezzatura da 1kg si mantiene una settimana, tempo che cresce con l’aumentare del peso.

Umidiera

Salse base(seconda parte)

Salsa di pomodoro

Potremmo mai pensare alla cucina italiana senza pomodoro? Che ne sarebbe della pizza o della pasta? E di Gianburrasca che cantava: viva la pappa col pomodoro? Certo Cristoforo Colombo mai avrebbe pensato alla rivoluzione che avrebbe  portato negli usi alimentari del vecchio continente e italiani in particolare.

Le prime ricette in cui si trovano i pomodori sono nel "cuoco galante" di Vincenzo Corrado del 1778  per passare l'anno dopo a Antonio Nebbia che li cita finalmente come compagni della pastasciutta. Il duca Ippolito duca di Buonvicino, appartenente dall'antica famiglia nobile che discendeva direttamente da Guido Cavalcanti, amico di Dante e poeta del dolce stilnovo, pubblicò nel 1837 il libro  “Cucina teorico pratica" in cui dava una ragguardevole rappresentazione  della cucina napoletana dell’Ottocento. Il Duca suddivise la sua opera in due parti, di cui la prima era  redatta in lingua italiana, per nobili e ricchi borghesi, mentre la seconda fu scritta in dialetto napoletano, per la plebe e la bassa borghesia che usavano il dialetto quale linguaggio quotidiano, e in questa parte presenta la ricetta dei vermicelli al pomodoro:3

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Salse base( prima Parte)

Probabimente la salsa nasce come concetto agli albori dell'umanità, quando l'uomo preistorico portò per caso alle labbra un dito intinto in quella cosa un pò liquida e un pò cremosa che colava da un animale cotto sul fuoco e, trovando l'esperienza piacevolmente gustosa, s'ingegnò a raccoglierla per dare un sapore piacevole a cibi che non ne erano dotati. Da questo nasce una ricerca di salse che con i più svariati ingredienti avevano comunque lo scopo di conferire sapore, e cosi nasce la Salsus latina, parola derivante dal greco e che indicava il sale, condimento base di tutti i cibi.

Dunque le salse insaporiscono, esaltano o semplicemente arricchiscono il gusto della preparazione. Pensate che nella composizione della "Brigade de cuisine" Auguste Escoffier, grandissimo cuoco e primo codificatore ufficiale della cucina francese, dava un posto d'onore allo chef sauciere (salsiere) nell'organizzazione della cucina ideale.

il quinto quarto

 

 

 

Sappiamo tutti che da un animale macellato si ottengono quattro quarti: due posteriori e due anteriori. Tutto quello che resta è detto “quinto quarto industriale”, se non e’ adatto per l’alimentazione (setole, corna, pelle), e “quinto quarto alimentare”, se è commestibile. In soldoni Il quinto quarto è quel che rimane della bestia vaccina, suina o ovina dopo che sono state vendute le parti pregiate.

Agricoltura, gestione del suolo e prevenzione del dissesto idrogeologico

Nella cronaca di questi giorni il nostro martoriato paese si trova a fronteggiare episodi di maltempo che interessano tutta la penisola da nord a sud con manifestazioni di violenza inaudita. In un giorno si riversano le piogge che normalmente sarebbero registrate in settimane, grandinate con chicchi di dimensioni straordinarie, venti da tifone equatoriale e il territorio viene colpito da forze che non è in grado di fronteggiare. Purtroppo le conseguenze sono sotto gli occhi e nel cuore di tutti noi in primis per le vite perdute in questi OLYMPUS DIGITAL CAMERAeventi e poi per lo scempio al territorio e i danni prodotti. Naturalmente la cementificazione selvaggia è al primo posto tra le cause dei disastri ambientali, e dunque il come s'è costruito, il dove e quanto sfogo naturale sia stato tolto alle acque meteoriche sono evidenti testimonianze di un utilizzo dissennato del territorio.  Non credo sia una novità per nessuno il ruolo che  l'agricoltura e la silvicoltura svolgono in termini di capacità di mitigare quei disastri naturali come inondazioni o incendi la dove vengono portate avanti le buone pratiche che da sempre costituiscono un presidio del territorio. Cercherò di spiegarmi meglio: il contadino ha l'interesse a preservare il territorio e pone in atto quelle misure che in sinergia garantiscono la protezione per esempio attraverso gli antichi reticoli idrici di canali, fossati e argini che nelle aree agricole marginali erano utilissime nella prevenzione di frane ed esondazioni.

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Italiano e genuino:perchè?

arnaldo1in questi giorni in cui vediamo sui media servizi sui trattori che sfilano sotto gli edifici della comunità europea e delle istituzioni nazionali vi ripropongo questo articolo scritto otto anni orsono.

 Quando ho pensato di fare questo blog mi sono proposto di dare al lettore un momento di letizia parlando di questi grandi denominatori comuni quali il territorio, la cucina tradizionale, il vino e quei prodotti delle nostre terre che da sempre sono i simboli del nostro modo di essere.

Lombardia: Gorgonzola

Potremmo dissentire e dissertare sulle origini del Gorgonzola, quando è stato inventato e da chi ? Il Gorgonzola  appartiene alla famiglia dei formaggi ‘erborinati’, ma anche a quella degli ‘stracchini’, un termine certamente lombardo che indica i formaggi prodotti con il latte "delle vacche stracche" che tornavano dagli alpeggi della pianura lombarda, guarda il caso proprio nei pressi della cittadina di Gorgonzola che le dà il nome.

Peraltro nelle mie ricerche ho trovato un articolo sul Gorgonzola dove il valente giornalista segnala un piccolo mistero letterario: se andiamo a rileggere il capitolo XVI dei Promessi Sposi, quello in cui Renzo è diretto proprio verso la cittadina lombarda ‘col nome di Gorgonzola in bocca’. E' una casualità o un gioco del Manzoni? Ma le sue origini sembrano essere ancora più indietro nel tempo, si può supporre con ragionevole sicurezza la presenza del Gorgonzola già nella pianura padana dominata dai Celti. La sua grande fortuna commerciale, però, inizia a partire dai primi decenni del Novecento: addirittura, un treno merci carico di forme di Gorgonzola partiva ogni settimana da Novara alla volta dell’Inghilterra, per soddisfare il vezzo dei gourmet sudditi di Sua Maestà.  Ahimè, l’avvento del fascismo, le guerre coloniali e le successive sanzioni contro l’Italia interruppero ben presto questo primo "successo" internazionale, che riprenderà con rinnovato vigore già nell’immediato dopoguerra. 

Radicchio alla carolina

Il radicchio è un ortaggio che noi a casa consumiamo spesso , normalmente alla piastra o in padella , con la pasta o il risotto. Spesso, quando ci sono le pere, con scaglie di parmigiano e noci si fa un ottima insalata. Oggi vi vogliamo proporre un contorno minimale, una semplicissima maniera di dare più charme a una semplice insalata di radicchio.

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Puglia: i lampascioni

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I lampascioni detti anche Pampasciuni , sono  un lontano parente dell’aglio e dei gigli anche se si ha qualche difficoltà a credersi. Questa pianta selvatica cresce anche in altre parti d’Italia, ma solo nelle murge e in salento viene considerato una leccornia. Vengono raccolti tra le pietre da esperti raccoglitori che, dopo averli individuati, devono scavare a fondo nel duro terreno per poterli estrarre integri. Poi per renderli commestibili c’è ancora un lungo lavoro : pulitura, attraverso spazzolatura e vari cicli di lavaggio; pelatura; trattamento per l’attenuazione dell’amaro  con vari risciacqui.lampasciuni

Ottimo contorno se consumati lessi con olio e pepe, tradizionalmente venivano cotti in campo sotto la cenere. Vengono utilizzati anche in varie altre forme, come frittate o uniti all’agnello al forno con patate come tradizione salentina.   agnello lampascioni