Category Archives: parliamo di vino

vino novello
Le giornate si sono fatte più corte, le temperature sono scese e l'autunno s'è insediato portandoci paesaggi e colori nuovi. Fanno la loro comparsa le castagne e il vino si sta affinando per essere pronto come da tradizione per San Martino. In questa occasione era tradizione assaggiare il vino nuovo con le castagne, nutrimento assai diffuso tra il popolo vista la facile reperibilità e l'ottimo apporto energetico. Ai nostri giorni abbiamo un pò abbandonato la funzione di nutrimento del cibo a favore di una concezione più edonistica, ma le castagne col vino rosso nuovo sono rimaste nelle nostre consuetudini.

Lambrusco: vino allegro e frizzante
« Non sa ella, signora Contessa, che Domineddio fece apposta il Lambrusco per annaffiare la carne dell'animale caro ad Antonio Abate? E io, per glorificare Dio e benedire la sua provvidenza, mi fermai a Modena a lungo a meditare la sapienza... » |
(Giosuè Carducci, tratto dalla corrispondenza intrattenuta con la contessa Ersilia Lovatelli)
Parlando di Lambrusco vengono in mente allegre e chiassose tavolate di amici che, davanti a |

Pecorino
C'era una volta …..il Pecorino e non vi vogliamo parlare del conosciutissimo formaggio ma di un vino che solo la caparbietà di alcuni personaggi innamorati del vino e delle loro terre ha salvato dall'estinzione e portato a essere considerato uno dei grandi vini bianchi italiani. Plinio il vecchio parla dei vini del Piceno come di prodotto di eccellenza che veniva portato e apprezzato sino nelle lontane Gallie. Non sappiamo a quale vino marchigiano si riferisse ne certamente la tipologia di coltivazione e di vinificazione. Saltando alcuni secoli, le fonti successive ci riportano all'ottocento quando prevaleva nelle Marche l'arativo vitato, dei terreni lavorati favorendo le colture orticole con piccole vigne, vale a dire degli appezzamenti tipicamente con degli olmi che li delimitavano e le viti che correvano tra essi. Questa particolare architettura degli appezzamenti era tipica dell'agricoltura di sussistenza che si praticava e in cui gli olmi avevano il compito di ospitare la fauna selvatica, essere usati per far ceste e con le loro foglie contribuire ai pasti dei bovini. A questa regola generale facevano eccezione solo delle vigne specializzate nella zona di Arquata del Tronto, un piccolo borgo montano posto alle pendici del Monte Vettore che conservava questo vitigno miracolosamente sopravvissuto alla filossera, quella specie di "peste delle vigne" che veniva dal nord america e distrusse gran parte dei vigneti europei ma non "lu Pecuri' " come viene chiamato in dialetto, che quindi ha mantenuto intatta la sua identità nei secoli.

Pagadebit
Se c'è una cosa che mi intriga dello scrivere su questo blog è quello di raccontare aspetti spesso sconosciuti e stuzzicanti dell'immensa cultura agroalimentare italiana e questo è certamente il caso del Pagadebit, un
vino romagnolo che già dal nome denota la sua personalità. Ma cominciamo dalle origini del vitigno che non sono romagnole ma pugliesi, infatti il Bombino bianco arriva in Romagna ai tempi dei bizantini insieme agli abili scalpellini di Trani chiamati a lavorare i marmi. Veniamo al nome: era usanza che i contadini stipulassero contratti sulla parola, i cosidetti Pagadett, per cui la vendita del vino andava a ripianare i debiti da cui Pagadebit…

sulle strade del Cesanese
Una tradizione antica, con secoli di storia, da sempre gli stessi gesti sapienti e consapevoli, un ambiente naturale rimasto immutato per secoli. Tutto ciò è racchiuso nel "Cesanese di Affile", un vino prezioso, che la tradizione popolare fa risalire ai tempi della Roma Antica, quando i coloni romani, sedotti dall'ottimo clima, si dedicarono ad un'intensa opera di disboscamento per fare spazio a splendidi vigneti, (cesae: luoghi dagli alberi tagliati, da cui il nome del vitigno). Infatti Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia parla, per la prima volta della produzione di vino da uve rosse dal piccolo acino, nelle alte colline a sud di Roma, nelle “Cesae”, radure dove erano stati tagliati gli alberi, per la coltivazione di splendidi vigneti.
Il vitigno Cesanese ha due tipologie, il Cesanese d’Affile e il Cesanese comune, entrambe coltivate estensamente nel Lazio, nella zona dei Castelli Romani, nella zona di Olevano e Affile e nella zona di Piglio nel frusinate.

Sciacchetrà


Verona,Veneto:I grandi vini della Valpolicella 2^ parte
I grandi vini della Valpolicella
Seconda parte
Il Recioto DOCG è il vino storico per antonomasia della Valpolicella, erede del romano Retico e del longobardo Acinatico . L’origine del suo nome non è molto definita in quanto potrebbe discendere dall’espressione “recie” ovvero orecchie con cui nel dialetto locale si indicano le parti più laterali e zuccherine dei grappoli.

Verona,Veneto,I grandi vini della valpolicella : un pò di storia e qualche curiosità
I grandi vini della valpolicella prima parte
Pensando alla splendida Verona e a quella meravigliosa zona in cui è situata, il pensiero vola a Giulietta e Romeo, il loro balconcino ma anche quella cucina opulenta per cui i banchetti degli Scaligeri erano noti in tutta Europa. Ma naturalmente un buon cibo deve essere accompagnato da un degno vino ed ecco apparire nelle nobili tavole il più nobile : l’Amarone

Veneto; Treviso, il Prosecco

Asolo

Parliamo di vino
Vigneti delle colline toscane
Il vino è il compagno ideale di ogni cibo, simbolo della convivialità, dello stare insieme, del sancire un importante patto tra potenti cosi come festeggiare un momento felice tra amici o in ambito familiare. Avete mai sentito di un patto tra governanti suggellato da una bevuta di birra ?