San Giovanni D’Asso. Toscana,Tartufo bianco e Pera Picciola
Le sorprese gradite, in quanto tali, sono un bello sprone a vivere bene la vita, specialmente se sono molteplici in una giornata. E cosi qualche tempo fa mi telefona una cara amica, con cui condividiamo la passione per l'arte, invitandoci a un non meglio precisato giretto col ciuf ciuf da Grosseto a un paesino in provincia di Siena. Avendo nelle mie reminescenze fanciullesche una passione per i treni a vapore con mia moglie abbiamo accettato senza neanche pensarci. E cosi, in una fredda mattina di Novembre ci siamo recati alla stazione di Grosseto dove, dopo un pochimo, è arrivato il gioiello: una locomotiva a vapore Breda del 1918 con tutte le vetture di terza classe, le centoporte, quelle che dentro avevano le panche di legno per i viaggiatori più poveri…Pensate di me ciò che volete : ho avuto un sussulto dall'emozione, era vero ed era li per noi…non ci potevo credere. Insomma, per farla breve ci siamo imbarcati nell'entusiasmo generale il treno è partito sbuffando e facendo immense nuvole di vapore acqueo e residui di carbone con buona pace della mia anima ambientalista messa per il momento a tacere.
Abbiamo fatto alcune fermate intermedie di cui una per riempire d'acqua il serbatoio della locomotiva alla stazione di Monte Antico, e il nostro ciuf ciuf percorreva quella linea salvata dalla demolizione da quel meraviglioso gruppo di ferrovieri che si sono uniti per mantenere in vita ciò che ormai appartiene alla storia delle linee ferrate, dalle stazioni ai treni e ai documenti storici delle F.S. e che ti allietano pure la gita con una mini band !!! Anche questo è patrimonio italiano, un gruppo di pensionati ferrovieri che dedica il proprio tempo a conservare questi vagoni che hanno visto i nostri nonni viaggiare per l'Italia per lavoro, con la famosa valigia di cartone o, tristemente, per andare a combattere al fronte.
Viaggiando nel percorso che unisce la maremma con le crete senesi siamo arrivati alla stazioncina con un unico binario di San Giovanni D'Asso. Questo graziosissimo paese di 890 abitanti, incastonato nella bellissima cornice delle colline senesi e della Val d'Orcia, ha origini etrusche per poi diventare romano e successivamente assumere l'aspetto di rocca fortificata nel medioevo. Ma, tornando ai giorni nostri, siamo arrivati in concomitanza della festa del tartufo, ghiotta occasione non solo per gli amanti del Tuber Magnatum, ma anche per godere dell'ampia rassegna di prodotti agroalimentari della Val d'Orcia in primis, ma anche di tutta la Toscana. Quindi pecorini tra i quali quello di Pienza, salumi tra i quali la Finocchiona e altri di Cinta senese, Vini della vicina Montalcino ; Ricciarelli, Cavallucci Panforti senesi , il Berlingozzo pistoiese, la Torta di Chianciano. Ma anche olio di qualità. i fagioli di Sorana con cui si fanno i famosi fagioli al fiasco e confetture e miele di un infinità di tipi. Dal macellaio troviamo anche delle generose pezzature di Chianina in bella mostra: Scamone, girello, cappello del prete, bistecche e arrosti.
In effetti ogni qualvolta si parla di tartufo bianco la fantasia corre alle Langhe, al Roero e al Monferrato, al Piemonte Albense e a Grinzane Cavour dove ogni anno si tiene l'Asta Mondiale del Tartufo bianco d'Alba. Ma nella realtà troviamo il tartufo bianco in tutto l'appennino tosco-emiliano e umbro-marchigiano, le crete senesi offrono un ottimo prodotto come i boschi della bassa friulana, nel Molise, nei comuni di Frosolone, San Pietro e Avellana, in Campania nella provincia di Benevento e addirittura in Calabria nella zona di Gioiosa Jonica.
A questo punto si imponeva un frugale pasto rigorosamente a base di tartufo, non potevamo farne a meno, e quindi crostini al tartufo ma anche ai fegatelli di pollo, qualche fetta di finocchiona, capocollo, filetto e del prosciutto ne vogliamo parlare? Qualche pezzetto di Pecorino di Pienza con un pochino di miele e poi è arrivata la pasta col tartufo, tanto tartufo, affettato fresco ….che goduria totale! Dicevamo dopo aver deliziato le papile gustative, il palato, gli occhi e l'anima abbiamo ripreso il nostro peregrinare tra le bancarelle dove l'amico gourmet Umberto voleva fare un pò di spesa anche per il vicino Natale. Quindi abbiamo dovuto ancora assaggiare parecchie specialità per individuare cosa acquistare. Personalmente ho avuto modo di conoscere i prodotti di un giovane che ha puntato sulla riscoperta di miele e confetture che erano state dimenticate nel tempo, quindi ho avuto modo di conoscere il miele alla rosa canina, delizioso quanto abbastanza raro, utilissimo per curare e prevenire le malattie da raffreddamento vista l'alta concentrazione di vitamina C. Dallo stesso produttore abbiamo comprato la confettura di Pere Picciole.Le Pere picciole sono una varietà spontanea che troviamo solo in questa regione d'Italia, la specie non esiste sul resto del territorio nazionale, e che rappresentava per gli abitanti del Monte Amiata e dintorni, unitamente alle castagne, una grande risorsa alimentare. Infatti la Pera Picciola arriva a maturazione con l'arrivo dei primi freddi in autunno e si mantiene, se adeguatamente conservata, anche quattro mesi. Inoltre essendo una specie selvatica ha un alta resistenza agli attacchi parassitari. Peccato che raccolta dall'albero abbia un saporaccio orribile e quindi i poveri dell'epoca la facevano bollire insieme alle castagne rendendola gradevole e mangiabile. A partire dagli anni ’50, si sono diffusi altri metodi di trasformazione e conservazione della "pera picciola" destinati all’ uso domestico, come il Liquore di Pera Picciola (Ratafià d’autunno) e le Pere Picciole Sciroppate. Ma anche differenti usi in cucina, avete idea di quanto possa essere buono un arrosto di maialino con le Pere Picciole? La riscoperta culturale della "pera picciola", proprio quando il progresso e la grande disponibilità di nuovi alimenti stava portando all’abbandono definitivo della sua coltivazione, è stata possibile proprio perché il suo utilizzo non è scomparso almeno nel ricordo dei più anziani.
Per concludere un pò di cucina dal vero con Chef, insegnanti e alunni a mostrare come il tartufo con arte si possa usare anche per i dolci, e noi ad assaggiare…che dirvi, non perdetevi la prossima edizione della festa del tartufo e del ciuf-ciuf storico Grosseto- San Giovanni d'Asso. Io ci sarò.
Lascia una risposta